Relazione presentata dalla SISISM alla 2° Conferenza Nazionale per la Salute Mentale del 25 giugno 2021
2a Conferenza Nazionale Ministero della Salute
Roma 25 Giugno 2021
Sessione 4
Il lavoro di équipe in salute mentale: professioni e formazione
Contributo S.I.S.I.S.M.
Formazione/azione dell’infermiere in salute mentale e all’interno dell’equipe multiprofessionale.
La S.I.S.I.S.M. ringrazia per essere stata accolta in questo evento nazionale a partecipare con un contributo nell’area tematica del lavoro d’équipe in Salute Mentale con un focus sull’Infermiere e la formazione di base e specialistica.
Già nel 1959, a Londra, il YOUNGHHUSBAND’1 REPORT riguardante i servizi di assistenza sociale sosteneva che:
… Nessuna figura professionale può pretendere di affrontare da sola la molteplicità e la complessità dei bisogni dei pazienti e che, invece, ogni professionalità deve offrire il suo contributo e integrarsi con le altre.
Nella operatività della psichiatria, un unico interlocutore non può accogliere l’intero soggetto, poiché nelle psicopatologie severe, psicosi e disturbi gravi della personalità, risulta predominante il meccanismo di scissione che impedisce il costituirsi di un’identità unitaria del soggetto. Pertanto, nelle relazioni con se stesso e con gli altri la persona non può percepirsi né proporsi come un tutto unitario, ma si mette in relazione con parti di sé, scisse l’una dall’altra.
Ed ecco la necessità di una équipe che accolga, contenga, integri e rielabori le parti frammentate del sé e del mondo interno ed esterno del paziente.
L’équipe quindi come “base sicura” che sostiene una persona in difficoltà sia su un piano emotivo che su un piano cognitivo, permettendo alla persona di esprimere i propri bisogni, di esplorarli, approfondirli e di elaborare strategie che possono modificare la sua situazione. L’équipe anche come il metodo più efficace di lavoro per favorire il pensiero e lo scambio di comunicazione tra gli operatori all’interno di uno stesso servizio, con professioni differenti, le cui specificità e competenze professionali sono il valore aggiunto.
PAROLE CHIAVE
Formazione di base e competenze specifiche e avanzate
Per l’Infermiere che opera nelle équipe di tutte le strutture e servizi del Dipartimento di Salute Mentale, la formazione continua, dovrebbe essere conditio sine qua non per un agire competente su diversi piani: clinico-assistenziale, organizzativo, riabilitativo e educativo.
La FORMAZIONE fortemente richiesta riguarda il lavoro di Comunità, necessario per quella Psichiatria di Comunità che partendo dalla differenziazione dei percorsi di cura per intensità assistenziale secondo i bisogni di salute emergenti, vede l’insediamento proprio di una EQUIPE MULTIPROFESSIONALE che deve saper operare in diversi setting: al domicilio, in ambulatorio, in ospedale, in residenze a vario grado di protezione, nei Centri Diurni, nel contesto sociale più ampio (rete formale e informale).
La stessa équipe deve mettere in campo TRATTAMENTI INTEGRATI BIO PSICO SOCIALI nel contesto di vita del paziente, deve possedere gli strumenti per un LAVORO DI RETE e essere continuamente orientata alla riabilitazione quale ricostruzione della piena cittadinanza del paziente psichiatrico.
A partire dalla formazione infermieristica di base, quindi il contesto della laurea triennale, un GAP è rappresentato dalla co-esistenza sul territorio nazionale di Corsi di Laurea in Infermieristica (CdL) che contemplano nei programmi curriculari un modulo di Infermieristica Clinica in Salute Mentale (con pacchetto di ore variabile da 30 a 8 ore) e CdL che non lo includono.
Pilastri della formazione per l’Infermiere che opera in psichiatria sono:
₋ EDUCARE ALL’INTELLIGENZA EMOTIVA
₋ RELAZIONE INTERPERSONALE D’AIUTO
₋ EDUCAZIONE TERAPEUTICA
₋ COMUNICAZIONE EFFICACE
Questi topic devono partire dai corsi di base e diventare autoformazione continua.
▪ FORMAZIONE DI BASE – Laurea Triennale
CRITICITA’ RISPETTO AGLI ATTUALI ORDINAMENTI DIDATTICI
– L’insegnamento di Infermieristica Clinica in Salute Mentale anticipata al 1° Semestre del 3°Anno di Corso o anche 2° Semestre nel 2° Anno di Corso e poter espletare il Tirocinio Pratico sia in ospedale (SPDC) sia sul Territorio (CSM e a domicilio del paziente, Strutture Residenziali e/o Semiresidenziali, dove sono presenti i Day Hospital Psichiatrici)
– Selezione specifica del personale docente che dovrebbe essere scelto in base ad un curriculum che attesti l’effettiva e ATTUALE esperienza in Salute Mentale. Spesso ci sono lacune nella scelta del personale docente che se avviene con partecipazione di un “bando unico” per Infermieri, rischia di produrre un insegnamento “sterile” di un ambito fortemente emozionale.
– Accesso alle banche dati ed alle riviste internazionali specialistiche in infermieristica della salute mentale. Non tutti i docenti a contratto (purtroppo ancora la maggior parte dei
docenti in infermieristica) hanno l’accesso garantito alla documentazione on-line delle biblioteche universitarie, dove spesso i testi specialistici di infermieristica sono poco presenti.
▪ FORMAZIONE CONTINUA
Gli operatori della Salute Mentale devono mirare a sviluppare le proprie abilità in un ruolo che è al contempo:
₋ TERAPEUTICO
₋ RIABILITATIVO
₋ COGNITIVO
₋ CONTENITIVO-RELAZIONALE
₋ DI MEDIAZIONE E DI INTEGRAZIONE
sia per il bene del paziente che per la propria gratificazione professionale, superando quindi quegli approcci custodialistici che ancora oggi sono ampiamente diffusi e difesi soprattutto nei SPDC nelle strutture residenziali e semiresidenziali (di questi ultimi ambiti in modo particolare quelli del privato accreditato).
Per lavorare con i pazienti psichiatrici occorre avere:
₋ buone capacità relazionali, empatia, pazienza,
₋ capacità di ascolto,
₋ rispetto dell’altro e dei suoi tempi,
₋ capacità di attivare percorsi educativi capaci di integrare differenze sociali, culturali e religiose.
Un cardine nel lavoro in psichiatria è proprio la CULTURA DELL’EQUIPE: LA PSICHIATRIA FUNZIONA SE L’EQUIPE FUNZIONA!
Tutto ciò che ruota attorno ai bisogni formativi della formazione continua in Salute Mentale è costituito dalla necessità, per l’équipe, di ottimizzare la singola risorsa professionale umana valorizzandone il livello di “spontaneità” al di là della singola professionalità.
L’équipe può rendere possibile ed attuabile un’ interazione trasversale dell’esperienza di ciascuno, valorizzando le differenze, considerate come risorse, piuttosto che l’omologazione o l’appiattimento su tecniche isolate.
È nel lavoro d’équipe che può essere così valorizzata, in tutta la sua portata metodologica, scientifica e clinica, la pratica dell’incertezza e della dialettica tra dipendenza e autonomia del singolo professionista.
Il lavoro sul campo va supportato perché è il luogo della competenza concreta dei processi decisionali. Non si può e non si deve quindi rinunciare alle singole culture e saperi professionali ma contemporaneamente bisogna evitare che diventino contrapposizione tra le varie professionalità.
▪ FORMAZIONE POST BASE
S.I.S.I.S.M. nel 2018 ha collaborato con l’Università Cattolica di Roma e di Torino per il progetto che ha visto poi già nell’Anno Accademico 2018/2019 l’offerta formativa di Master di primo livello dedicato agli Infermieri che vogliono specializzarsi nel settore dell’ Infermieristica in Salute Mentale. Il primo Master a Torino si è concluso nell’Aprile dell’anno in corso.
Non c’è larga diffusione sul territorio nazionale di formazione universitaria post base dedicata alla Salute Mentale. Molti anni fa si assisteva alla creazione di Corsi di Specializzazione in Psichiatria sempre post-base che sono stati chiusi con la riorganizzazione della formazione infermieristica in Università. Tuttavia, la scelta di frequentare un Master in Salute Mentale è molto scarsa.
Probabilmente avere Master o Corsi di Perfezionamento (in presenza preferibilmente) organizzati da diversi Atenei sull’intero territorio nazionale, potrebbe generare largo interesse tra gli Infermieri che già operano in Salute Mentale evitando così ulteriori costi che potrebbero derivare dagli spostamenti e al contempo proseguire nella propria attività lavorativa senza ostacoli.
Formarsi quindi significa far esperienza in uno spazio che innanzitutto è personale e mentale e solo secondariamente istituzionale. Questo spazio va creato, costruito e custodito apprendendo un rispetto per una identità professionale che nobilita l’arte della professione infermieristica, formando operatori che non si riconoscano più in una funzione custodialistica e passiva, ma in una funzione terapeutica e riabilitativa.
Confini professionali
È importante tenere presente che il lavoro in équipe non significa che tutti possono fare il lavoro di tutti:
ogni professionalità deve mantenere il proprio specifico professionale accettando, di confrontarsi con quello altrui e di contribuire alla elaborazione di una proposta di intervento che sarà data dall’azione concertata di ognuno o, alle volte, di uno degli operatori che potrà avvalersi della consulenza degli altri.
I confini professionali saranno noti e rispettati se sono noti a tutta l’équipe il ruolo e le funzioni dei suoi membri. A tal proposito si può affermare senza errore, che in qualsiasi percorso formativo alle professioni sanitarie compresi quelli per medici e psicologi, ieri e oggi, questa conoscenza non rientra nei programmi curriculari.
Questo vale per ogni professionista che non conosce l’identità professionale delle figure con cui si interfaccia e spesso si cade in stereotipi e pregiudizi senza alcun fondamento.
Potrebbe essere un valido presupposto per tutti gli operatori che orbitano in una équipe multiprofessionale per:
₋ rispettare il lavoro delle altre professionalità;
₋ riconoscere le competenze altrui;
₋ comunicare informazioni e vissuti del paziente;
₋ effettuare periodici incontri per discutere i casi pianificando le terapie e gli interventi più utili;
– scaricare le proprie tensioni e rivalità rinunciando a superbe presunzioni.
Complementarietà, interscambiabilità, integrazione
L’èquipe è … un gruppo di lavoro composto da soggetti che condividono obiettivi comuni, con un rapporto reciproco di interdipendenza/interscambiabilità che è la base su cui, un gruppo di lavoro, fonda la sua esistenza. Lavorare in équipe rimanda a un modello “integrato” in cui vi sono persone che lavorano in modo armonico, che svolgono la propria attività attraverso una continua correlazione fatta di interscambi, di confronti, di contributi, di suggerimenti, di pareri, ecc.
Le varie professionalità che compongono l’équipe sono amalgamate per ottenere uno strumento flessibile e puntuale nella presa in carico degli utenti e nella definizione dei progetti terapeutici – riabilitativi.
Il lavoro di équipe è la dimensione capace di integrare i diversi ruoli e le diverse funzioni in un sistema teso alla realizzazione di obiettivi comuni.
È necessario un impianto programmatico e progettuale chiaro, una metodologia condivisa, specifiche descrizioni che mettano in relazione le competenze generali di ogni ruolo con il contesto operativo e metodologico e con le finalità definite dell’intervento;
Nelle équipe multiprofessiionali non esiste una gerarchia di saperi:
→ tutti i punti di vista sono considerati con la medesima attenzione, ciascuno valorizza la competenza e il sapere dell’altro, ciascuno deve far crescere la propria professionalità; → tutti diventano professionalità protagoniste, nella stessa misura, del miglioramento della qualità di vita del paziente.
Il lavoro d’équipe rappresenta :
una vera e propria risorsa del lavoro sociale e sanitario all’interno di diversi servizi, una modalità organizzativa irrinunciabile;
Il progetto terapeutico-riabilitativo rappresenta il risultato del lavoro in équipe dove le diverse professionalità devono sviluppare comportamenti di alleanza e capacità di comunicazione.
L’alleanza dei componenti dell’équipe con il paziente è fondamentale:
₋ rendendolo soggetto principale,
₋ rispettando le sue abitudin
₋ valutando i suoi bisogni,
₋ riconoscendolo,
₋ credendolo,
₋ accompagnandolo con discrezione e continuità.
La RIUNIONE è lo strumento per eccellenza del lavoro in équipe, la cerniera tra la persona, il servizio e l’organizzazione Aziendale.
La riunione d’équipe è lo strumento operativo che consente a ciascun membro di fruire di momenti di riflessione che permetteranno di individuare il miglior approccio gestionale del paziente per ottenere una assistenza di qualità.
È quello spazio fisico e mentale in cui mettere in comune le proprie informazioni professionali, scambiare esperienze, aggiornare e sviluppare modelli operativi in grado di soddisfare le aspettative e i bisogni dell’utenza, dell’Azienda e degli stessi operatori.
₋ Promuovere percorsi assistenziali innovativi e condivisi che, nell’ottica dell’appropriatezza delle prestazioni riabilitative/assistenziali, prevedano un corretto utilizzo di tutte le forme di intervento ottimizzando le risorse disponibili;
₋ Realizzare un’effettiva integrazione della continuità assistenziale nei percorsi Terapeutici/Riabilitativi, prevedendo una stretta collaborazione con tutti i servizi presenti nel territorio.Raggiungere e sviluppare la consapevolezza in ogni operatore del senso comune;
₋ Sviluppare una buona integrazione multiprofessionale e multidisciplinare degli operatori coinvolti, nella presa in carico della persona assistita ricercando equilibri tra le varie figure professionali e condivisione di idee operative;
₋ Migliorare e personalizzare gli interventi Assistenziali/Riabilitativi elaborando forme di trattamento fondate su approcci rispettosi ed attenti alla dignità personale ed alla unicità e complessità dell’essere umano;
₋ Promuovere percorsi assistenziali innovativi e condivisi che, nell’ottica dell’appropriatezza delle prestazioni riabilitative/assistenziali, prevedano un corretto utilizzo di tutte le forme di intervento ottimizzando le risorse disponibili;
₋ Realizzare un’effettiva integrazione della continuità assistenziale nei percorsi Terapeutici/Riabilitativi, prevedendo una stretta collaborazione con tutti i servizi presenti nel territorio.
Prioritario nel lavoro équipe:
creare un clima favorevole per la comunicazione ed evitare dinamiche dove ognuno rimane chiuso nella propria posizione, non accogliendo il punto di vista delle altre figure professionali e non considerandolo come completamento del proprio.
All’interno dell’équipe devono poter emergere le difficoltà riscontrate durante il lavoro, per poterle affrontare con gli altri, con l’obiettivo di mantenere sempre alta in ognuno la motivazione e la fiducia in se stessi e nel proprio operato.
L’ambito psichiatrico è caratterizzato da un forte coinvolgimento emozionale, tutti i professionisti coinvolti sono esposti ad un certo grado di frustrazione per cui lavorare in équipe permette di attuare una continua verifica del proprio operato e di fornire un sostegno nelle situazioni difficili da gestire.
Conclusioni
Per quanto riguarda gli Infermieri, la S.I.S.I.S.M. ha tra gli obiettivi statutari quelli di favorire il progresso culturale e la valorizzazione delle Scienze Infermieristiche nell’ambito della Salute Mentale, collaborando con i vari ambiti accademici per un aggiornamento continuo dei saperi specifici, oltre a promuovere per gli Infermieri che già operano in Psichiatria, programmi annuali di aggiornamento, formazione permanente e continua, residenziale e a distanza anche in collaborazione con altri soggetti terzi e altre Società Scientifiche.
Sicuramente un progetto ambizioso della S.I.S.I.S.M. ma in fieri è quello di elaborare, aggiornare e diffondere indirizzi, standard, linee guida per il miglioramento della pratica assistenziale infermieristica in Salute Mentale anche in collaborazione con Istituzioni ed Enti pubblici e privati, proponendo idonei protocolli di validazione e sperimentazione degli stessi.
1 – Dame Eileen Louise Younghusband , (1 gennaio 1902 – 22 maggio 1981) era conosciuta a livello internazionale per la sua ricerca e insegnamento nel campo del lavoro sociale. Pioniere dell’educazione al lavoro sociale.
La capacità di lavorare in équipe richiede un impegno forte da parte dei professionisti coinvolti che devono sapere, saper fare, saper essere e non ultimo saper divenire.